Nel corso degli ultimi anni, la necessità di una trasformazione dell’attuale modello di sviluppo economico in chiave ecologica ha convinto un numero sempre più elevato di persone, tanto tra i fornitori di beni e servizi quanto tra i consumatori.
Ciò che ancora si fatica a comprendere è che le conseguenze del degrado ambientale non hanno ripercussioni gravi solo sul pianeta, ma anche sulla sfera socio-economica delle società odierne. Oltre a compromettere i diversi settori economici, infatti, i problemi ambientali favoriscono fenomeni migratori di massa che possono dare origine a loro volta a tensioni politiche e sociali.
L’adozione di soluzioni “green” nella progettazione di una nuova economia, dunque, non garantisce solo la salvaguardia della Terra e delle sue risorse, ma anche la tutela della salute di chi vi abita. In tempi recenti si è così assistito a un aumento degli investimenti sulle nuove tecnologie e sull’educazione ambientale.
Uno tra i concetti con i quali abbiamo iniziato a familiarizzare in tal senso è quello della mobilità sostenibile, ovvero un sistema di trasporti a basso impatto ambientale che sia in grado di garantire con efficienza lo spostamento delle persone. Nello specifico, si tratta di incentivare l’utilizzo di servizi pubblici o condivisi e, nel caso di mezzi privati, di veicoli a emissioni zero.
Mobilità sostenibile in Italia
È stato calcolato che il settore dei trasporti consuma un quinto dell’energia primaria prodotta nel mondo e che il 40% di essa venga utilizzata dal traffico urbano. Inoltre, l’inquinamento dell’aria delle città è talmente alto da costituire un serio rischio per il benessere degli abitanti, a causa della presenza di polveri sottili, e di altre sostanze nocive.
In Italia, le città più inquinate si trovano nelle regioni del Nord e del Centro, con picchi considerevoli anche nel Mezzogiorno. L’offerta di servizi e l’applicazione di normative in favore della mobilità sostenibile nel nostro paese è ancora piuttosto carente rispetto a quanto avviene in altri stati europei.
I primi segni di miglioramento inerenti arrivano dalle grandi città che si stanno attrezzando per garantire forme di trasporto alternative. Vanno poi ricordati i recenti incentivi statali inseriti nel Decreto Rilancio che mirano allo smaltimento di veicoli vecchi e ad alto tasso d’inquinamento, in favore di mezzi ibridi o elettrici.
Sharing mobility
Sebbene l’automobile personale resti il mezzo più utilizzato dagli italiani, aumentano i cittadini che ricorrono alla cosiddetta sharing mobility, cioè al la condivisione di veicoli o percorsi con altre persone, sia per gli spostamenti necessari sul lavoro che nella privata. Si distingue tra carsharing, scootersharing e bikesharing per indicare rispettivamente il noleggio temporaneo di automobili, scooter e biciclette.
Tra i vantaggi principali di questa modalità di trasporto rientrano la flessibilità degli orari e dei percorsi rispetto alle corse previste dal servizio pubblico e la riduzione dei tempi e dei costi degli spostamenti. Oltretutto, si riduce il numero di veicoli in circolazione e dunque l’immissione di gas inquinanti nell’atmosfera.
Si pensi poi agli strumenti digitali che sfruttano un sistema di geolocalizzazione e permettono di conoscere l’esatta posizione di un luogo o di muoversi rapidamente in città, seguendo il percorso più breve e meno trafficato.
Perché investire sulla mobilità sostenibile?
D’altra parte il settore dei trasporti offre da sempre un terreno fertile per lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia. La diffusione di piattaforme e applicazioni sui dispositivi mobili ha facilitato l’accesso ai servizi di mobilità presenti sul territorio. Gli utenti che ne fanno uso possono anche scambiarsi opinioni e aiutare le aziende fornitrici dei servizi a migliorarne le prestazioni in base alle testimonianze e alle richieste dei clienti.
La sharing mobility è l’esempio dell’uso virtuoso che si può fare delle tecnologie digitali, destinate con ogni probabilità a ricoprire un ruolo sempre più determinante in un futuro che si prospetta non troppo lontano. Va poi sottolineato che la ricerca di soluzioni sostenibili nella progettazione di un modello di trasporti ideale e la progettazione di strumenti avanzati comportano la nascita di nuove figure professionali con competenze specifiche nel settore.
In conclusione, se da un punto di vista ambientale incentivare la mobilità sostenibile rende più vivibili e sicure le città, sotto il profilo economico, essa favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro a supporto dell’economia locale. Affinché tutto questo si realizzi, tuttavia, diventano indispensabili una maggiore alfabetizzazione informatica e l’utilizzo di tecnologie innovative ed eco-friendly.